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Come gestire i conflitti con l'empatia: intervista ad Alessandra Rubiolo

Articolo e intervista di Debora Tesauro


Cari amici dell' Emporiosdm, oggi abbiamo l'onore di ospitare nel blog di Emporio la dottoressa Alessandra Rubiolo, già conosciuta al nostro pubblico come autrice dell'apprezzatissimo libro “Autismo che fare? Il figlio inatteso”.

Alessandra oltre ad essere psicologa, è un punto di riferimento per le famiglie che hanno figli con autismo, grazie alla sua preparazione e al suo approccio professionale basato sull'empatia. 

Dell'ampio lavoro di Alessandra, oggi approfondiamo appunto la comunicazione empatica, che può migliorare la qualità delle nostre interazioni e la gestione dei conflitti in famiglia ed in ogni situazione sociale e professionale.

Alessandra, grazie di essere con noi oggi. 

Una domanda molto semplice ma per chiarire bene l'argomento di cui parliamo: che cos'è l'empatia ?

L’ empatia per me è il risultato di un processo comunicativo in cui la persona che manifesta una sofferenza con rabbia , tristezza o isolamento sente di essere stata compresa da un’altra persona provando sollievo.

Come mai hai deciso di occuparti di comunicazione empatica? C'è stata un'esperienza personale particolare che ti ha portato a interessarti a questo tema?

Mio figlio Edoardo è autistico ed entrare in relazione con lui richiede lo sviluppo di competenze comunicative peculiari ed anche raffinate direi. 

La sua “diversità certificata” mi ha insegnato che la mente ed il sentire di ogni individuo è diverso e per entrare in connessione con la specificità di ognuno ed offrire sostegno occorre utilizzare strumenti che offrano empatia. 

Dietro ad ogni comportamento c’è un bisogno e se io mi connetto con quel bisogno posso entrare in relazione empatica con l’individuo.

Per sviluppare questa connessione con l’altro da me, utilizzo e divulgo differenti strumenti tra cui lo strumento della “Comunicazione non violenta” di Marshall Rosenberg, per come io l’ho compresa.

Ho letto alcune informazioni sul dottor Rosemberg di cui divulghi il metodo , è quello che mi ha colpito molto è che nonostante lui stesso fosse cresciuto in una zona caratterizzata da profondi conflitti sociali e culturali, ciò non gli ha impedito di diventare ideatore di programmi di pace e comunicazione non violenta, portando questi programmi in comunità profondamente lacerate al loro interno. 

Approfondendo il suo lavoro, che cosa ti ha colpito in particolare del metodo di Marshall Rosenberg?

La centralità nella teorizzazione del suo metodo ,della consapevolezza del ruolo dei bisogni umani universali, che si esprimono attraverso le emozioni e che ci motivano ad agire.<br>

Gli strumenti della sua teorizzazione (come tratti dal libro “Le parole sono finestre oppure muri” Edizioni Esserci) sono appunto:

L’osservazione senza valutazione

L’individuazione ed espressione dei sentimenti

Il riconoscimento dei propri bisogni 

Il prendersi la responsabilità dei propri sentimenti ed azioni

L’imparare a formulare richieste e non pretese. 

L’utilizzo dell’empatia verso noi stessi e gli altri

Il donare dal cuore 

Questa lista applicata a situazioni relazionali di disagio permette una comprensione approfondita di sé in  una visione di essere umano in cui io mi riconosco.

Come la comunicazione empatica può aiutarci a gestire situazioni di disagio o conflitto? Puoi farci qualche esempio pratico?

Spesso comunichiamo utilizzando giudizi o colpevolizzando l’altro per i sentimenti od emozioni sgradevoli che proviamo. 

Oppure reagiamo alle comunicazioni che ci vengono fatte percependo dei giudizi.

Esempio: “Non sei mai a casa!” Dice una moglie con tono rabbioso.

Il marito si sentirà facilmente accusato ed in colpa e potrebbe rispondere con stizza: “Che cosa ti ho fatto?”

Grazie all’ ascolto empatico impariamo a formulare una conversazione differente ed il marito potrebbe dire: “Sono rattristato per questa tua affermazione : puoi chiarirmi cosa ti porta a vedermi in questo modo?”

Questa richiesta apre alla possibilità di comprendere il significato per quella persona di quel messaggio e successivamente di incontrare i suoi sentimenti : 

“Come ti senti rispetto alla tua visone di me?”.

Ed infine incontriamo i bisogni: “Hai bisogno di collaborazione nel gestire i compiti di scuola a casa di nostro figlio?

 Ad esempio.

Con l’esercizio di ascolto empatico per la gestione dei conflitti impariamo a non sentire più le critiche, gli insulti od i giudizi, ma ad ascoltare solo più i sentimenti ed i bisogni delle persone.

E in famiglia e a scuola? Il metodo dell’ascolto empatico può avere dei benefici pedagogici?

Generalmente non siamo educati né istruiti ad entrare in contatto con i nostri sentimenti ed emozioni , ancor meno conosciamo i nostri bisogni umani che sono universali e condivisi . 

Quando iniziamo ad ascoltarci ed ad ascoltare l’altro non solo con le orecchie ma con il sentire del cuore, procediamo prima attraverso l’alfabetizzazione delle nostre emozioni e dei nostri bisogni. 

Diamo un nome a quello che ci succede e  scopriamo che funzioniamo in un modo che ci arricchisce di più essere in relazione empatica tra di noi che avere ragione e predominanza su di un altro. 

C’è in libro di M. Rosenberg che si intitola “Preferisci avere ragione o essere felice? “.Edizioni Esserci. 

Fare luce sul nostro funzionamento ed imparare a comunicare al fine di arricchire l’incontro tra esseri umani e non per definire chi ha torto o ragione in un conflitto educa ad una nuova umanità dove la violenza e la prevaricazione non è il mezzo di  relazione desiderato. <br><br>

Direi che siamo istruiti a prevaricare ed educati ad empatizzare perché è nella natura umana prendersi cura dell’altro.

E’ un metodo comunicativo pedagogico e rivoluzionario secondo me.

Hai accennato al fatto che l’incontro di consulenza individuale può aiutare anche a gestire l'ansia legata agli eventi futuri, che è si tratta di uno stato che purtroppo oggi sembra riguardare molte persone, anche molto giovani. 

Puoi raccontarci qualcosa di più su questo aspetto?

Si. Questo punto fa riferimento per esempio a come affrontare un colloquio di lavoro, o un’ esame di studio. 

Spesso queste situazioni generano ansia che in un incontro di ascolto empatico può essere descritta attraverso il riconoscimento dell’emozione della paura ed il riconoscimento dei  propri bisogni , generando uno sguardo compassionevole verso noi stessi che ci permette il raggiungimento degli obiettivi gestendo meglio l’ansia.

Molti pensano che l'empatia sia una qualità innata. E' un aspetto della nostra vita che possiamo “allenare”?

Noi quando siamo bambini siamo naturalmente empatici. 

Però perdiamo questa competenza in maggiore o minore misura attraverso l’educazione che ci viene conferita. Tuttavia possiamo ritrovare questa capacità attraverso  esercizi specifici  che approfondiremo proprio negli incontri individuali.

La dottoressa Rubiolo è autrice del percorso “La gestione del conflitto: imparare l'arte dell'ascolto empatico” , una guida imperdibile per chi desidera migliorare il proprio modo di comunicare, mettendo l'ascolto e la comprensione dell'altro al centro, e una maggiore consapevolezza sulle proprie azioni.

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